App per musicisti

Una app e un social network dedicato ai musicisti


Tre ventenni di Abbiategrasso e Stradella hanno creato «Echo», una app ma anche un social network dedicato alla musica. S’incontra di tutto, dal virtuoso alla band amatoriale.

«Eravamo in un bar, nel Milanese. In un locale anonimo, sempre vuoto. Ma quella sera suonava una band ed era così pieno da non potersi muovere. È stata quella la scintilla che ci ha fatto pensare a una app che potesse ricreare quell’energia ovunque. Perché la musica dal vivo fa bene a tutti: non solo agli artisti o al pubblico, ma anche ai locali perché crea lavoro, e alla comunità, i paesi diventano

vivaci». Artisti e rock band, pubblico, locali che fanno musica dal vivo, manager. Serviva un modo per facilitare l’incontro fra tutte queste realtà e l’hanno trovato tre ventenni di Abbiategrasso e Stradella.

Così Tommaso Parmigiani, Enrico Fracchioni e Michele Zocchi hanno creato «Echo», una app ma anche un social network dedicato alla musica. L’app è gratuita, è stata lanciata dieci giorni fa e ha già raggiunto più di 7 mila iscritti in Italia e all’estero. Ci si iscrive scegliendo una categoria di appartenenza: artista o band, oppure «fan», ma c’è anche quella per i gestori dei locali e per discografici. Poi si selezionano i generi musicali preferiti e si comincia a navigare fra i video caricati dagli altri utenti. Sono cover o pezzi originali, live o registrazioni. Dal rap al metal, dal pop all’etnico, dalla classica al jazz. E, al posto del «like» di Facebook o del cuoricino di Instagram, qui ci sono due mani che applaudono e lo spazio per i commenti e concordare ingaggi.

S’incontra di tutto, dal virtuoso alla band amatoriale. «Tutti desiderano mostrare il loro talento e trovare ingaggi o collaborazioni, magari un nuovo membro per la band. Il nostro social non vuole essere esibizionismo, ma un mezzo per creare incontri, cultura, lavoro», sottolineano Tommaso, studente di management all’Università di Pavia ed Enrico, che, dopo aver lavorato nell’organizzazione di eventi si dedica totalmente a «Echo». Michele, invece, studia a sua volta economia e amministrazione. «Ci lavoriamo da un anno e mezzo. Dopo un business plan e lo sviluppo, con un finanziamento trovato da Enrico abbiamo aperto “Get loud”. Non è stato facile e c’è stato un momento in cui volevamo mandare tutto a monte. Ma al team si è aggiunto Michele e siamo andati avanti», raccontano.

Ora l’app deve raggiungere il «tipping point», iniziare a generare interesse da sola. «A settembre arriveranno nuove funzioni, anche per fare donazioni all’artista» Il guadagno per loro invece «è lontano». «Al momento generiamo valore» dice Tommaso, l’unico musicista del gruppo. E se si iscrivesse una star? Abbiategrasso è la «patria» di Manuel Agnelli degli Afterhours e Giusy Ferreri. «Sarebbe un grandissimo aiuto. Ma il nostro target è quello dei migliaia di talenti musicali inespressi o semplicemente dei musicisti amatoriali. Ci auguriamo che possano vivere della loro passione e di aiutarli a farlo».

Giovanna Maria Fagnani

Corriere della Sera online, 8 agosto 2017

 

 

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